Il manifesto programmatico per il futuro

Senso civico non vuole essere un cartello elettorale per dare un contributo alla vittoria del centro sinistra in Puglia e alla Presidenza di Michele Emiliano. Ma, come abbiamo verificato anche fra molti simpatizzanti in questi mesi di ascolto e di processo partecipato, vuole essere soprattutto un progetto ideale per il futuro e un laboratorio politico in cui sperimentare nuove alleanze ed egemonie che potrebbero avere un risvolto anche nazionale.

Una unità di prospettive , oltre alla comunanza di iniziative legislative degli ultimi mesi, tiene infatti insieme i “padri fondatori” di questa aggregazione che si richiama all’Ulivo come possibilità di intrecciare culture politiche diverse come quelle del laburismo, dell’ecologismo, del cattolicesimo democratico e del liberalismo progressista. Culture che però si muovono all’interno dello stesso orizzonte, che è quello dei valori costituzionali di uguaglianza, libertà, dignità del lavoro, rispetto dei diritti degli uomini e della natura, valorizzazione della bellezza, della cultura, dell’arte e della scienza. A questi valori si aggiunge però – giacche il nostro è un “nuovo” Ulivo – il valore dato alla persone, alla loro scelta, alla loro civica responsabilità.

Non solo i partiti, le associazioni, costruiscono pratica politica e bene comune ma anche i singoli individui devono essere richiamati all’impegno, a costruire il futuro con la loro mente e con la loro mano. Per questo abbiamo guardato con grande interesse a quei movimenti giovanili e di piazza che, a prescindere dalle forme organizzate, si rifanno all’ambientalismo e al civismo , chiamando direttamente le persone a pensare e a vivere la politica come un grande momento collettivo , come una esperienza conviviale, contro la personalizzazione, il leaderismo, l’autoritarismo che invece dominano  la scena pubblica. C’è in queste persone un bisogno di essere insieme, di parlarsi, di sorridersi e di toccarsi, contro le finzioni telematiche, la chiusura solitaria delle dipendenze da telefonino o da internet.

C’è una voglia di rompere con la “claustrofilia” che ha contrassegnato l’esperienza politica degli ultimi anni,  questo “ossessione per il chiuso e i luoghi chiusi” che, come insegna la psicoanalisi, è una vera e propria malattia, frutto della paura,  e che perciò produce violenza e aggressività, manifestandosi come volontà di porre confini invalicabili, di segregare in territori di odio, di costruire frontiere invalicabili.

Senso Civico, al contrario, vuole costruire, ponti, legami, cooperazioni.

Senso civico pensa perciò che la vera democrazia si manifesta all’aria aperta, nell’agorà. E per questo, scherzosamente ma non troppo, ci diciamo che i nostri iscritti e simpatizzanti devono avere l’obbligo di scendere almeno una volta alla settimana in piazza, per incontrare gli altri, per uscire dalla solitudine e fare comunità. Così abbiamo scelto una mano aperta come simbolo, una mano che unisce e non divide e che tiene in pegno il destino e una foglia colorata di Ulivo: colorata da tutti i colori del mare, del sole, della nostra terra.

La nostra terra, la Puglia, è splendida ma è anche difficile.

La Puglia è una regione speciale, una regione piena di problemi ma ricchissima di  potenzialità. Il primo problema, più antico, già messo in luce da alcuni piani strategici regionali, è quello che Salvemini indicava come il problema della “polpa” e dell’”osso”, ovvero di un eccessivo incremento della costa e della metropoli a scapito delle aree interne. E’ un problema che va risolto attraverso nuove politiche di mobilità, maggiore attenzione alle attività agricole, alla valorizzazione dei parchi e delle zone di biodiversità, nonché alla difesa della cultura di quelle aree, legata al mondo contadino, alle conoscenze tradizionali, alla saggezza degli anziani, ad antichi e perduti mestieri artigianali.

Un catalogo regionale degli antichi mestieri potrebbe e dovrebbe essere realizzato, al fine di ripristinare, ricostruire, catalogare, valorizzare il paesaggio interno, agrario innanzitutto. Per tutelare il paesaggio agrario e le aree interne, nonché le attività produttive agricole, i componenti del gruppo regionale di Senso Civico hanno fatto approvare tre importanti Leggi negli anni passati. La prima riguarda le  “Norme per l’arresto del consumo di suolo e per il riuso dei suoli urbanizzati” , norme che mirano bloccare il consumo di suolo per impedire soprattutto la sparizione del suolo agricolo a favore di quello urbano. A causa della crescita costante della popolazione mondiale, l’agricoltura e la produzione di cibo a “chilometro zero”, si pongono tra le questioni più rilevanti del nostro tempo e perciò la difesa e l’incremento dello spazio agricolo diventa vitale per il benessere dei cittadini e delle loro comunità. Bisogna quindi avviare una protezione radicale delle aree agricole con una serie di politiche legate alla difesa idrogeologica, alla tutela del patrimonio boschivo e del verde, alla prevenzione di frane e inondazioni. La salvaguardia del suolo, inoltre, è una misura essenziale per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, per il contrasto alla perdita di biodiversità e i fenomeni di desertificazione.

La seconda legge di valorizzazione delle aree interne e difesa del paesaggio agrario riguarda invece le “Disposizioni per il recupero produttivo e paesaggistico delle piccole proprietà fondiarie nelle aree colpite da Xylella“, destinata a risolvere un problema epocale da cui è stato colpito il territorio regionale e che sta provocando gravi danni al settore olivicolo, modificando il paesaggio rurale con il rischio di una perdita progressiva del carattere identitario e culturale. Un rischio economico altissimo, dato che gran parte dei comprensori territoriali più colpiti sono costituiti per circa l’80% da unità produttive di piccola e piccolissima dimensione e che , in questo frangente drammatico, di possibile abbandono dei terreni, hanno bisogno di progetti, di strumenti e risorse di sostegno che coinvolgano la Regione e gli stessi Comuni come soggetti promotori.

Il nuovo interesse per la terra, per la sua produttività anche economica, va incrementato e sostenuto.

In questo senso va la Legge sulla Esenzione dal pagamento dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) che prendeva vita da un principio di fondo che è quello di ritenere che la strada da seguire per agevolare e potenziare un settore, quale quello del “privato sociale”, sia quella degli sgravi fiscali e delle agevolazioni tributarie piuttosto che quella dei sussidi e delle sovvenzioni. L’efficacia di questa legge vale soprattutto nel settore dell’agricoltura, che quindi è una priorità nel nostro programma della futura legislatura, così come lo è stata nella scorsa.

Regione di terra per vocazione, la Puglia è però anche una Regione di mare, quella in cui la costa è più estesa che in ogni altra regione d’Italia.

Il mare perciò è la sua memoria, la sua impronta e deve ritornare ad essere la sua vocazione. Un mare che dobbiamo innanzitutto difendere dall’inquinamento, come già abbiamo voluto fare nella scorsa legislatura attraverso la Legge sugli incentivi ai pescatori per lo smaltimento della plastica. Ma anche un mare che dobbiamo valorizzare, come luogo produttivo, come veicolo di scambio. La Puglia gode infatti di un privilegio: di essere stata, nei secoli, una “cerniera” di derive e approdi, di cammini e di contaminazioni. La sua posizione geopolitica nel Mediterraneo è perciò di assoluto privilegio. Un buon governo deve potenziarla, per accogliere le vite fragili, ma anche per tornare a scambiare la ricchezza delle merci e delle idee, per valorizzare i porti, per fare incontrare genti attraverso il commercio, il turismo e la cultura.

Un nuovo meridionalismo è perciò nel cuore politico di Senso Civico.

un meridionalismo allargato alla consapevolezza del destino mediterraneo della nostra regione, unito alle ragioni di un nuovo impegno per il Sud, affinchè diventi più moderno, pià efficiente e tecnologicamente avanzato, senza però rinnegare le sue tradizioni e la sua identità. Essa, per molti versi, è stata fondata su valori familiari, di vicinato comunitario e di pratica solidale e ospitalità. Per questo respingiamo ogni politica egoista che si palesa nel governo nazionale, a cominciare dall’ “Autonomia differenziale” che, se approvata senza contrappesi, rischia di essere una rottura dell’unità del nostro sistema paese determinando squilibri tra le regioni, venendo meno ai valori di solidarietà richiamati dalla carta costituzionale.

Un esempio recente è dato dalla scuola pugliese con gli effetti della legge “La Buona Scuola” dove i seimila circa professori pugliesi per raggiungere il sogno della stabilizzazione dei loro contratti sono stati costretti ad accettare cattedre lontane dalla nostra regione dopo anni di dedizione ai nostri studenti. Solo grazie ad un’importante sinergia tra Regione, Ufficio Scolastico Regionale e sindacati siamo riusciti a scongiurare una nuova questione meridionale.

Del resto, solo uno Stato unito nazionale e rispettoso delle autonomie regionali in maniera solidale, può rendere il nostro Paese importante in Europa e per avere forza contrattuale per beneficiare dei Fondi europei messi a disposizione dalla Comunità per realizzare importanti progetti infrastrutturali, economici e culturali. Anzi, al proposito, rivendichiamo come una buona pratica del nostro Governo Regionale, la capacità di aver utilizzato al meglio le risorse comunitarie per la crescita e lo sviluppo del territorio, avendo raggiunto e superato il target di spesa dei fondi europei previsto al 31 dicembre 2019 (alla data del 31 dicembre 2019, la Regione Puglia ha certificato alla Commissione Europea una spesa a valere sul Programma Operativo POR Puglia FESR – FSE 2014/2020 pari a poco meno di 2 miliardi di euro, superando l’obiettivo previsto di oltre 80 milioni di euro ed evitando così il rischio di disimpegno delle risorse).

Il nostro programma è da farsi nel futuro, ma poggia sulla base solida di chi ha già amministrato e, ci permettiamo di dire, ben amministrato. Anche qui, nel nostro passato, hanno contato i valori e non solo gli atti amministrativi. Abbiamo infatti guardato al ceto medio impoverito, alla gioventù precaria, alle periferie anomiche e abbandonate, alle vite fragili. Abbiamo voluto ascoltare il dolore, il disagio, come testimoniano le leggi presentate dai componenti del nostro gruppo. E abbiamo anche voluto guardare ai portatori di bellezza, di cultura, a coloro che con il cervello e con la mano hanno costruito il paesaggio, il nostro primo Bene Comune. Molto dobbiamo fare , molto c’è ancora da fare.

Priorità assoluta per noi sono gli impegni sulla salute e sull’ambiente,

come abbiamo ribadito in un importante Convegno organizzato con l’Associazione dei Medici per l’Ambiente. Qui Senso civico ha ribadito due suoi capisaldi: il primo che la medicina deve saper ascoltare il dolore delle persone, la loro umanità e non solo le loro analisi biochimiche. Per questo occorre costruire una rete capillare di ascolto e di prevenzione del disagio, anche psichico. E in questo senso andava la Legge sullo “psicologo condotto”, Legge sulla Istituzione del servizio di psicologia di base e delle cure primarie che nasce da una esigenza sempre più diffusa nella società; quella cioè di introdurre, nel sistema sanitario pugliese, una figura professionale lo psicologo di base appunto, che dia risposte più vicine e immediate al crescente disagio nel vissuto quotidiano, che va dal disturbo di apprendimento, alla difficoltà relazionale, al disturbo d’ansia, alla crisi adolescenziale, allo stato di depressione, alle carenze motivazionali. Tale intervento immediato può evitare la cronicizzazione della patologia producendo un risparmio per l’intero sistema sanitario, nonché il benessere delle persone.

Il secondo caposaldo è che la salute umana è direttamente collegata alla salute dell’aria, dell’acqua e della terra.

Un passo avanti notevole arriverà con la nostra proposte di legge relativa all’inserimento nel mondo del lavoro di cittadini affetti da disturbi dello spettro autistico. La Legge in attesa del passaggio in Aula propone la possibilità di un inserimento pieno nel mondo del lavoro per i malati di autismo, suddiviso su tre livelli di gravità della patologia, per la valutazione di un relativo affiancamento allo stesso. A questo si aggiunge la nascita di un Coordinamento regionale che sovrintenda tutti i passaggi formativi.

Un’attenzione particolare è stata rivolta anche ai diritti delle persone con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e delle loro famiglie per le quali è stata presentata una proposta di legge che consentirà di predisporre appositi strumenti volti a migliorare le condizioni di vita di questi soggetti, creare una rete di supporto che tenga conto di tutto il ciclo di vita e garantire alle loro eguali opportunità di sviluppo delle proprie capacità, tanto in ambito scolastico quanto lavorativo. In questo senso la proposta di legge darà la possibilità ai soggetti con DSA di poter accedere ai concorsi mettendoli nelle medesime condizioni degli altri. Una proposta di legge che ha dunque lo scopo di garantire la piena attuazione della normativa vigente in materia e crea una rete di collaborazione tra istituzioni, famiglie e mondo socio-sanitario.

Perciò, accanto al “SI” ad una medicina umanizzata, tre “NO” fondamentali: alla plastica, ai pesticidi, al carbone. Guarire significa cioè attrezzarsi soprattutto ad un cambio di paradigma ambientale , dato che è proprio nell’ambiente malato la causa più importante della malattia: un paradigma che parta dal controllo massimo sulla legalità e sostenibilità tramite recupero e riuso del ciclo dei rifiuti e che modifichi la produzione energetica in Puglia, con una contrazione drastica delle fonti fossili in favore delle rinnovabili. Una svolta “green” che guardi alla qualità della vita delle persone e che deve puntare sul fotovoltaico e sull’idrogeno, favorendo la nascita di Comunità energetiche, autoproduttive e di controllo.

Ma anche la bellezza e l’armonia dell’ambiente concorrono alla salute psichica delle persone e alla loro inclusione, come si legge in una frase di un grande storico dell’arte, riportata nel frontespizio della Proposta di Legge regionale sulla bellezza (“i Greci erano belli perché avevano piazze e statue belle”). Tale legge – ora in discussione presso il Consiglio regionale – mira a tutelare non solo il paesaggio esteriore, ma anche il paesaggio interiore, l’ecologia dell’io che, se vive in contesti armoniosi, ha più facilmente anche comportamenti armoniosi, improntati a quel principio di equilibrio (tale è la bellezza) che tende al bene Comune. Per questo

la legge sulla bellezza è un altro caposaldo della nostra azione,

e la sua approvazione in consiglio, la sua realizzazione e la valorizzazione del suo portato educativo insito, saranno impegno strategico della propria legislatura. Essa si rivolge non solo ai tecnici dell’urbanistica e della rigenerazione, ma alle intere comunità, anzi le chiama al ruolo di “comunità custodi” del proprio abitare, comunità che devono saper ritrovare la comune mania di progettare, per il presente benessere e per il benessere delle future generazioni. La bellezza è infatti l’unica arma che ha salvato le società dalla anomia, dalla dimenticanza e dalla morte.  La legge sulla bellezza – che si fonda su una “inchiesta”, ovvero sulla ricognizione preventiva delle istanze degli abitanti e dei caratteri naturali, storici e memoriali dei territori del mosaico pugliese – ci riempie di orgoglio perché è la prima vera legge regionale in Italia che coniuga partecipazione e bisogni dell’uomo, dando visualizzazione concreta al “senso civico”. Non è infatti stata scritta nei palazzi istituzionali, ma è stata discussa e modificata all’interno di un lungo percorso di discussione, aperto a tutte le rappresentanze della cittadinanza attiva. L’amministrazione però non ha rinunciato ai suoi principi ispiratori,  mettendo in campo la tutela rispetto ad un ulteriore consumo di suolo e indicando in modo chiaro quali strategie mettere in campo per il riuso e per eliminare i detrattori della bellezza e tutto ciò che deturpa il territorio (a cominciare dalla Carta della Qualità urbana, uno straordinario strumento innovativo per la pianificazione dei Comuni). La legge sulla bellezza si inserisce inoltre sulla attenzione che Senso Civico presta al complesso dei Beni Culturali. Va in questo senso la Proposta di Legge concernente “Disposizioni in materia di Beni Culturali” che predispone una disciplina organica degli interventi della Regione e degli Enti locali in materia di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale, nel rispetto del principio di sussidiarietà quanto alle rispettive competenze. Disposizioni che sono finalizzate al potenziamento e al miglioramento della fruizione dei beni culturali, per contribuire alla conoscenza, alla conservazione e fruizione del patrimonio culturale, al rafforzamento dell’identità storica e culturale, allo sviluppo del territorio e alla promozione dell’inclusione sociale e culturale delle popolazioni attraverso il riconoscimento e il potenziamento degli istituti e dei luoghi di cultura di rilevanza regionale, nonché di valorizzazione dell’attività di studio e ricerca, nonché di   divulgazione formativa, educativa e  scientifica.

Lo sviluppo economico rappresenta una priorità assolutamente centrale nell’ambito delle politiche pubbliche da mettere in campo nei prossimi anni in Puglia.

Da tempo, ormai, la nostra regione ha iniziato un virtuoso percorso finalizzato a un radicale cambio di paradigma che ci sta portando a declinare in modo del tutto nuovo questo tema fondamentale, accettando la sfida possibile di uno sviluppo che, da un lato, dimostri di saper conciliare la crescita economica con la sostenibilità ambientale, e, dall’altro, non si limiti a consumare risorse in una spasmodica rincorsa ad accumulare profitti per pochi, ma sia in grado di generare valore per tutti non solo in termini economici.

Per questo lo sviluppo in Puglia, nei prossimi anni, dovrà essere sintonizzato con il mondo che sta cambiando sotto i nostri occhi, e dovrà reggersi su tre pilastri fondamentali: innovazioneeconomia circolare e internazionalizzazione.

L’innovazione rappresenta davvero la leva per proiettare la nostra regione nel futuro. In questi anni la Regione Puglia ha compiuto sforzi molto significativi per incentivare il sistema imprenditoriale pugliese, formato in larga parte da micro, piccole e medie imprese, ad orientare i suoi investimenti verso l’innovazione, tanto nei processi produttivi quanto in ambito organizzativo. Molto è stato fatto, in questa direzione, ma molto ancora resta da fare affinché si possano cogliere a pieno le grandi opportunità che la ricerca scientifica e il progresso tecnologico oggi offrono. Siamo convinti che le politiche pubbliche abbiano il dovere di supportare, sempre di più e sempre meglio, soprattutto gli investimenti in termini di ricerca e sviluppo avviati dalle imprese pugliesi, anche al fine di orientarli verso settori strategici per la crescita del nostro territorio. Ambiti che, in pochissimi anni, stanno già facendo registrare enormi progressi e che sempre più diventeranno centrali nell’ambito delle politiche di sviluppo, richiedendo anche un enorme investimento in termini di formazione e di capitale umano, dal momento che tutto il sistema scolastico e universitario dovrà avere la capacità di ripensarsi per intercettare più efficacemente le molte opportunità che il progresso tecnologico sta già offrendo e sempre più saprà offrire nel prossimo futuro. Inoltre, un convinto investimento in termini di innovazione dei processi produttivi può portare a rilanciare anche i settori tradizionali come il manifatturiero che continua a rappresentare un fattore di grande vivacità della nostra economia, pur nell’ambito di una crisi generalizzata che colpisce soprattutto questo comparto.

L’innovazione, nella Puglia del futuro che immaginiamo, deve necessariamente coniugarsi con un nuovo modo di intendere lo sviluppo e la crescita.

I cambiamenti climatici in corso, la progressiva scarsità di risorse (si pensi all’acqua o alle fonti fossili), l’aumento delle patologie causate dall’inquinamento ambientale dimostrano in modo inequivocabile che così non è e che l’attuale modello economico è semplicemente incompatibile con la permanenza in vita della nostra specie su questo pianeta. Per questo, anche sulla base delle sollecitazioni sempre più significative che provengono da ampi settori della società (si pensi al vasto mondo cattolico che segue il magistero di Papa Francesco o, su un altro piano, alla mobilitazione planetaria dei giovani di “Friday for future” guidati da Greta Thunberg) si va affermando la necessità di orientare il nostro modello di sviluppo verso un sistema in grado di riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo progressivamente, in tal modo, gli sprechi.

E’ questa l’economia circolare, un’economia pensata per auto-rigenerarsi in cui i beni e i servizi prodotti sono progettati per essere reintegrati o rivalorizzati in cicli successivi, abbattendo in tal modo ogni spreco. Si tratta di un sistema che dal campo delle virtuose sperimentazioni, sta diventando un concreto ed effettivo nuovo modello di sviluppo nel quale la Puglia ha già dimostrato di credere e sul quale riteniamo si debba continuare ad investire con convinzione nei prossimi anni. Energie rinnovabili, ciclo integrato dei rifiuti, design, agricoltura, turismo ma anche edilizia, artigianato, manifatturiero, enogastronomico, ICT, sono tutti ambiti nei quali le potenzialità di sviluppo di questo nuovo modello economico sono enormi e possono determinare anche significativi sbocchi occupazionali, richiedendo qualifiche e competenze particolarmente pregiate.

Il terzo pilastro su cui riteniamo debba reggere lo sviluppo della Puglia nei prossimi anni è l’internazionalizzazione. Il tessuto economico e produttivo della nostra regione è caratterizzato, in particolare, dalla significativa presenza di Micro, Piccole e Medie Imprese che hanno, nelle loro ridotte dimensioni, un elemento di forza dal momento che in questo modo riescono a muoversi meglio e in maniera più agile in un mercato sempre più complesso, orientando così le proprie scelte strategiche in funzione delle esigenze momentanee della domanda, ma anche un grosso limite dal momento che il rischio è di non essere in grado di cogliere le grandi opportunità che ci possono essere al di fuori del nostro mercato nazionale. In giro per il mondo c’è grande richiesta del “made in Italy” che continua a rappresentare garanzia di qualità, di stile, di sicurezza dei prodotti, e, in questo contesto, la Puglia ha guadagnato nel corso degli ultimi anni grandissima credibilità e considerazione. Oggi da tutto il mondo si guarda alla nostra regione non solo per le sue bellezze storiche, artistiche e naturalistiche (che continuano a rappresentare una forte attrattiva per flussi turistici sempre crescenti) ma anche per le capacità delle nostre aziende di offrire prodotti di altissima qualità. In questi anni molto è stato fatto per incentivare il sistema imprenditoriale pugliese a penetrare nei mercati esteri e i dati sull’aumento dell’export sono certamente molto incoraggianti, ma molto ancora si può fare su questa strada perché la Puglia continui ad essere un “brand” conosciuto in tutto il mondo e associato alle grandi competenze e capacità delle nostre imprese che possono competere, su scala globale, con chiunque. Il nostro obiettivo è quello di essere al fianco delle imprese che, innovando e investendo su sé stesse e sulle proprie capacità, abbiano l’ambizione di guardare al mondo per cogliere le tante opportunità che un mercato globale oggi propone, in modo da generare ricchezza per il territorio e lavoro soprattutto per i più giovani.

In conclusione, il nostro programma e il nostro Manifesto per il Futuro, si rivolge ai giovani, anzi tutto ciò che faremo, tutto ciò che speriamo , si deve rivolgere ai giovani. Al centro della politica devono esserci i giovani, perché i giovani sono il “nuovo”, sono il futuro. La nostra Italia è ancora una gerontocrazia, un Paese di vecchi, come ci raccontano i dati ISTAT. E anche la Puglia, nonostante le molte iniziative messe in campo per il turismo e la cultura, non riesce a fermare la transumanza giovanile, soprattutto di giovani creativi, specializzati per la maggior parte laureati. Occorre quindi che il nuovo Governo regionali si impegni per un Piano per il lavoro giovanile che fermi questo esodo. Esso deve basarsi sull’istruzione, sulla conservazione culturale e sulla riparazione ecologica. Quanti saperi da recuperare, quanti insegnanti da rimotivare, sottraendoli alla burocrazia e sostenendoli nel loro compito di allevatori dell’anima, della scienza e della memoria, anche locale. E quanti lavori creativi nel campo culturale, quante scuole da riprogettare, quanti archivi e musei e biblioteche da catalogare e valorizzare. Quanti cinema e musei e teatri da riaprire e quante strade da riparare, quante periferie da abbellire e quante montagne e boschi e fiumi da mantenere. Una serie di lavori “nuovi” di protezione civile e culturale, che la Regione deve assolutamente  incrementare.

E quante idee da veicolare nel mondo grazie ad un uso creativo e non passivo delle nuove tecnologie , grazie alla innovazione digitale e alla ricerca. Lusinghieri risultati, anche in termini di certificazione della spesa, hanno riguardato in questo senso l’Asse I , “Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione”, in cui sono stati stanziati 68 milioni di euro al fine di attuare significativi interventi di digitalizzazione del “sistema Puglia” e di potenziamento dei servizi on line offerti dalle pubbliche amministrazioni in favore di cittadini e imprese. Ciò nella consapevolezza che proprio la digitalizzazione rappresenta oggi uno strumento di fondamentale importanza sia per il pieno riconoscimento dei diritti fondamentali del cittadino, sia per accrescere la competitività dell’intero sistema-Puglia. Così, da un lato, si aiuteranno le amministrazioni pubbliche ad essere maggiormente connesse e, quindi, più trasparenti ed efficienti nell’offrire servizi sempre più avanzati ai cittadini, ottenendo anche sensibili risparmi in termini di spesa pubblica, e, dall’altro, si fornirà un supporto concreto al sistema produttivo regionale che potrà ottenere risposte più veloci e sicure dai decisori pubblici.

Senso Civico – Un nuovo Ulivo per la Puglia vuole essere da stimolo per la nascita di un grande cantiere culturale, programmatico e politico che dia vita a una nuova forma di centrosinistra. È esattamente quello che abbiamo fatto in Puglia, mettendo insieme due esperienze politiche importanti che si sono sempre riconosciute e si riconoscono nell’esperienza de l’Ulivo.

In vista della prossima campagna elettorale, Senso Civico – Un nuovo Ulivo per la Puglia vuole fungere da perno per fronteggiare la destra xenofoba e razzista che fino a qualche mese fa ha isolato l’Italia in Europa e nel mondo. La Puglia è una delle poche regioni che può continuare ad essere governata dal centrosinistra. Non lasciamoci sfuggire questa occasione!

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